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Benevento, 10-04-2014 18:46 ____
Il leader dell'Udeur Clemente Mastella, la moglie Sandra Lonardo ed altre 17 persone tra cui vari sanniti sono state rinviate a giudizio
Il processo comincerà il prossimo 18 giugno. Il leader del Campanile: Per lo stesso, identico supposto reato, sono stato già prosciolto. Vengo rinviato a giudizio, ma non mi viene addebitato nessun fatto specifico
Redazione
  

Il leader dell'Udeur Clemente Mastella, la moglie Sandra Lonardo (entrambi nella foto) ed altre 17 persone, tra cui vari sanniti, sono state rinviate a giudizio per associazione a delinquere.
Lo ha stabilito il giudice per l'udienza preliminare (Gup) del Tribunale di Napoli, Maurizio Conte.
Il processo comincerà il prossimo 18 giugno davanti alla nona sezione del Tribunale.
Secondo l'accusa, l'attività dei vertici dell'Udeur in Campania era finalizzata "alla commissione di una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione e, soprattutto, all'acquisizione del controllo delle attività pubbliche di concorso per il reclutamento di personale e gare pubbliche per appalti ed acquisizioni di beni e servizi bandite da Enti territoriali campani, Aziende sanitarie e Agenzie regionali, attraverso la realizzazione di numerosi reati".
Sono stati rinviati a giudizio anche gli ex assessori regionali Andrea Abbamonte e Luigi Nocera e gli ex consiglieri regionali Nicola Ferraro e Fernando Errico, nonchè Carlo Camilleri, consuocero di Mastella, Ruggiero Cataldi, ex direttore amministrativo Asl di Benevento, Luciano Capobianco ex direttore generale dell'Arpac, l'imprenditore Giuseppe Ciotola, Bruno De Stefano, ex direttore generale dell'Asl di Benevento, Cristiana Fevola, imprenditrice ed ex dirigente dell'Udeur, Vincenzo Lucariello, ex segretario generale del Tar Campania, l'imprenditore Massimo Palmieri, Mario Scarinzi, ex direttore generale dell'Asl di Benevento, Antonello Scocca, ritenuto socio di Camilleri, e Tommaso Zerella, ex direttore sanitario dell'Asl di Benevento.
Il procedimento nasce dall'inchiesta relativa in particolare la gestione delle nomine all'Arpac, l'agenzia regionale per l'ambiente, e in alcuni casi anche in alcune Asl ed Ospedali della Campania.
Negli anni scorsi, molti imputati furono rinviati a giudizio, ma l'accusa di associazione per delinquere non era stata condivisa dal gup Eduardo De Gregorio, che aveva prosciolto da tale reato lo stesso Mastella ed i suoi coimputati, rinviati a giudizio solo per altri reati.
Tuttavia, la Procura aveva fatto ricorso in Cassazione che, condividendone le valutazioni, avevano annullato quella parte della sentenza di proscioglimento di De Gregori e ha disposto questa, odierna, nuova udienza preliminare che ha deciso per il rinvio a giudizio di Mastella, la moglie e gli altri 17 per associazione a delinquere.
A seguito della decisione, c'è stata la presa di posizione di Mastella, il quale, in una nota inviata alla Stampa, ha così commentato: "Dopo essere stato già prosciolto da un primo giudice del Tribunale di Napoli per lo stesso identico supposto reato, vengo rinviato a giudizio perché sarei stato il capo di un'associazione per delinquere chiamata Udeur ovvero capo di un partito politico.
Vengo rinviato a giudizio, ma non mi viene addebitato nessun fatto specifico.
Mai nella storia repubblicana italiana si era verificata una tale circostanza.
E dire che l'Udeur ha contribuito ad eleggere presidenti della Repubblica e primi ministri. Pazienza!
Sono paradossalmente contento (anche se c'è in me una drammatica amarezza) perché così avrò modo di dimostrare, nel giudizio di merito, in Italia ed in Europa, la singolarità oltre che l'insussistenza dei rilievi penali che mi vengono mossi.
Tra gli altri, quello (ed è solo uno dei tanti paradossi) di aver concusso il direttore generale di un'Asl di Napoli per far diventare primario una persona che non ho mai conosciuto e che, soprattutto, era già primario da ben cinque anni.
Per il ruolo istituzionale che ho ricoperto (e non so se feci bene ad accettare quel Ministero) continuo a credere nella giustizia e ad avere fiducia, anche se non posso non constatare che, quando si ha di fronte il muro del pregiudizio, ogni battaglia di verità risulta oltremodo difficile.
Comunque sia, vado avanti a testa alta e resto convinto dell'indipendenza di chi ora sarà chiamato a giudicarmi".

comunicato n.68400




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